PRESENTAZIONE DEL “MANIFESTO DI NAPOLI – AZIONI PER LA BIODIVERSITA'”

MANIFESTO DI NAPOLI

 Azioni per la Biodiversità

  

PREMESSA

I sottoscritti individui e associazioni, fiduciosi che il nostro paese possa essere finalmente avvantaggiato dalla “transizione ecologica”, desiderano anzitutto aderire alla “Comunicazione congiunta degli esperti del Comitato Capitale Naturale (CCN) sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR)” in modo particolare alla proposizione  “che una vera e grande opera pubblica nazionale dovrebbe essere fondata sul ripristino del nostro meraviglioso territorio, attraverso il recupero di tanti ambienti naturali terrestri e marini, deteriorati e danneggiati da decenni di utilizzo scriteriato delle risorse naturali.”  Si augurano anche che possano essere intraprese e realizzate tutte le opere necessarie per la fondazione di un Istituto Nazionale per la Biodiversità e gli Ecosistemi che possa contribuire non solo alla ricerca ma anche alla creazione di una cultura popolare, scolastica e superiore su questo fondamentale tema ecologico. Ritengono poi di aggiungere alcune considerazioni su alcuni temi importanti al margine delle suddette proposizioni:

 AREE PROTETTE

Le aree protette coprono oggi circa il 10% del territorio nazionale e, secondo l’ONU, a livello mondiale, nel futuro dovrebbero essere notevolmente espanse. L’esigenza di conservare una percentuale del territorio inalterata è ottima ma, per avere successo, deve tutelare le necessità delle popolazioni locali. Le aree protette possono crescere solo mediando tra soddisfazione generale e vantaggio ecologico. Possono convivere con aree agricole a bassa intensità, nonché con attività pastorali e di pesca artigianale che, producendo un reddito, valorizzano anche la conservazione. La biodiversità va protetta a vantaggio dell’intera popolazione umana, e non come curiosità di privilegiati, in modi anche innovativi che tengano conto dei concetti di compatibilità, bellezza e natura incontaminata (wilderness). Nelle Aree Wilderness dovrebbero essere soddisfatte tutte le finalità di un’area protetta, dalla mera conservazione della biodiversità, agli scopi scientifici e di studio, a quelli ricreativi e finanche spirituali e, almeno secondo un criterio europeo, anche quelli relativi all’uso sostenibile delle risorse naturali.

GESTIONE FAUNISTICA

L’intero complesso faunistico, quanto meno quello dei vertebrati, deve essere conosciuto e i prelievi devono essere soggetti a pianificazione. Ciò vale in particolare per i pesci, gli uccelli e i mammiferi sull’intero territorio nazionale, zone urbane comprese. Una valutazione o/e stima della sua entità, eseguita e resa pubblica annualmente è indispensabile. Per quanto attiene le attività di prelievo, gestione venatoria e pesca sportiva, esse devono cogliere solo i frutti del capitale, gestendolo e tutelandolo. Tutte le azioni devono svolgersi seguendo i seguenti principi: professionalità (a), conoscenza del bene (b), svolgimento della caccia in ambiti privati o comunali ma in modo associativo (c), pubblicazione annuale dei programmi, dello status della fauna e dei risultati di gestione (d). La gestione della fauna non deve essere limitata al prelievo ma deve comprendere anche altre opzioni: economica, scientifica, educativo-formatrice ecc.

PESCA COMMERCIALE

La netta differenza della capacità riproduttiva dei pesci rispetto a quella dei mammiferi e degli uccelli ha fatto sì che la pesca commerciale, gestione faunistica di tipo economico, sia praticata ancora oggi mentre la caccia commerciale è diventata insostenibile e pertanto è scomparsa ormai da secoli. Negli ultimi decenni, tuttavia, anche la pesca commerciale è stata in buona parte rimpiazzata dalla pescicoltura che incomincia già a produrre notevoli problemi ecologici. Effettuata entro i confini delle acque nazionali territoriali deve essere gestita secondo i principi della trasparenza dei risultati e con stime dell’entità del patrimonio ittico. Tutto ciò per rendere possibile una programmazione che permetta il mantenimento della risorsa e non il suo depauperamento causato da esasperata efficienza del prelievo.

ALLEVAMENTI A SCOPO COMMERCIALE

Ben noti sono anche i problemi ecologici creati dagli allevamenti terrestri intensivi (inquinamento, uso del suolo ecc.) ma si deve ricordare che questi producono anche sofferenza in animali costretti in situazioni altamente innaturali. È necessario studiare sistemi di allevamento sostenibili dal punto di vista economico ed etico. Deve essere studiata ed opportunamente incentivata la pratica degli allevamenti estensivi che in particolare nelle aree collinari e montane possono avere un’importante funzione ecologica e paesistica. È inoltre necessario approfondire lo studio per la produzione di carne coltivata in vitro, che se praticabile su scala commerciale potrebbe essere una parziale alternativa all’allevamento. L’acquacoltura di carnivori nutriti con farine di pesce è palesemente insostenibile mentre è auspicabile la diffusione di acquacoltura sostenibile (es. molluschi filtratori).

CONSERVAZIONE DEGLI AMBIENTI AGRICOLI

La conservazione di molte specie di animali e vegetali legate agli agroecosistemi è una delle principali emergenze a livello europeo. Molte specie sono in declino a causa dell’intensificazione delle pratiche agricole in pianura e dell’abbandono di pascoli e aree rurali in montagna. Sono quindi prioritari gli interventi di conservazione del paesaggio a mosaico mediante la conservazione delle specie legate agli ambienti aperti ed una gestione oculata di questi habitat, in particolare prati permanenti, fasce prative, pascoli, vigneti, siepi, incolti e arbusteti che dovrebbero essere individuati e censiti a livello comunale o provinciale nonché connessi mediante una varietà di corridoi ecologici. Gli agricoltori, oltre ad essere custodi del territorio, sono anche imprenditori e come tali vanno coinvolti chiedendo loro di intraprendere iniziative serie e funzionali alla protezione della biodiversità e sovvenzionando i progetti di riqualificazione ambientale seri e utili. Sarebbe infine auspicabile investire risorse per salvaguardare anche biodiversità agricola fatta di razze e cultivar antiche anche quale tesoro, oltre che storico, scientifico ed economico.

SPECIE ALLOCTONE

L’introduzione di specie alloctone è considerata, dopo la frammentazione, uno dei più importanti motivi di declino della biodiversità. Va considerato che, a parte il caso di alcune specie di Vertebrati particolarmente invadenti, la maggior parte di specie alloctone sono piante e invertebrati. Tra l’altro, va notato che le specie tropicali alloctone sono rifugiati climatici, da noi giunte attraverso il Canale di Suez. Vale tuttavia la pena ricordare che non tutte le specie alloctone sono ipso facto invadenti e che quasi mai possono essere eliminate o anche seriamente contrastate con facilità e spesso bisogna riconoscere che l’eliminazione non è possibile. Dunque, è opportuno che l’atteggiamento nei confronti delle specie alloctone sia realista e che le campagne di eliminazione o anche solo di controllo siano iniziate soltanto nei casi di effettiva necessità. Qualora si intenda procedere con l’eradicazione questa deve essere effettuata da professionisti ben preparati e sempre su basi scientifiche.

RUOLO DEGLI ZOO, ACQUARI, ETC. PER LA CONSERVAZIONE

A partire già dal diciannovesimo Secolo, gli zoo hanno cominciato a dedicarsi alla salvezza di alcune specie di grandi mammiferi in pericolo d’estinzione e che in buona parte effettivamente scomparvero, salvo essere reintrodotti in seguito, con successo, grazie agli esemplari allevati in cattività con la salvezza di moltissime specie, con successo attorno al 95% dei casi. Gli zoo permettono inoltre un contatto diretto per milioni di persone al mondo della natura, e contribuiscono a forgiare i ricercatori e gli ambientalisti del domani grazie alle emozioni, alle esperienze e all’apprendimento. Tutto ciò anche perché il contatto reale con gli animali non è sostituibile con la lettura di libri, la visione di documentari o la ‘realtà virtuale’. È bizzarro, data la particolarità di queste istituzioni, che minimo rimanga il coinvolgimento degli ‘zoo’ nella formazione dei professionisti del settore chiamati a verificare le strutture munite di licenza ministeriale. Pare inoltre sovradimensionata l’attività che il Ministero stesso promuove, eccessivamente incentrata su questioni sanitarie e del benessere animale mentre le enormi potenzialità nel campo della didattica e della conservazione della biodiversità rimangono in secondo piano. Anche sul piano mondiale, va aumentando l’attività di allevamento e reintroduzione, con successi impensati solo pochi anni addietro. In un recente studio dell’Università di Newcastle, si è visto che, sulle 21 specie di uccelli in pericolo di estinzione, salvate e reimmesse in natura, 20 lo sono state anche grazie ad interventi di allevamento in cattività derivanti da allevatori privati evoluti in istituzioni scientifiche (tipico esempio il Peregrine fund). Pensiamo quindi che il Ministero della Transizione Ecologica oggi debba prendere parte attiva nel difendere e promuovere gli zoo e le istituzioni da esso stesso ritenuti idonei e autorizzati, magari delegando questa funzione al costituendo Istituto Nazionale per la Biodiversità e gli Ecosistemi.

CONNETTIVITA’ ECOLOGICA E IMMUNITA’ DI PAESAGGIO

La diffusione della pandemia di COVID-19 ha dimostrato l’estrema vulnerabilità della popolazione umana all’azione di zoonosi (malattie infettive trasmesse dagli animali all’uomo). L’invasione dei sistemi naturali da parte dell’uomo, con conseguente distruzione, gioca un ruolo chiave nel facilitare l’insorgenza di zoonosi emergenti. Infatti, l’erosione degli habitat naturali (a) confina le popolazioni animali in habitat residuali sempre più piccoli e isolati, rendendole demograficamente destrutturate e fisiologicamente stressate, con un conseguente indebolimento della loro funzionalità immunitaria e aumento della loro suscettibilità ad agenti patogeni, (b) aumenta la probabilità di diffusione del patogeno a seguito di un accrescimento innaturale della densità delle popolazioni animali all’interno dei frammenti di habitat, (c) aumenta notevolmente anche la probabilità di contagio interspecifico incrementando la frequenza di contatto tra uomo e fauna. Sottolineando l’urgenza di colmare le lacune conoscitive su questi temi, le ricerche dovrebbe puntare ad un aumento dell’immunità di paesaggio e alla comprensione dell’aumento del tasso di trasmissione della malattia. Si auspica pertanto quanto suggerito dal progetto “Connettività Ecologica” nonché la realizzazione di nuclei di autentica “wilderness” nel senso inteso dall’omonima associazione.

EDUCAZIONE AMBIENTALE

L’educazione ambientale dovrebbe essere effettuata esclusivamente da personale qualificato. Non solo: ogni progetto ambientale dovrebbe essere firmato da un laureato specifico e il piano dovrebbe avere valore di legge, come del resto avviene con un piano economico forestale. Si ritiene di fondamentale importanza dare un ruolo centrale all’Educazione Ambientale e alla divulgazione in ambito naturalistico, consapevoli del ruolo giocato dall’educazione nel promuovere la protezione dell’ambiente e la conservazione della biodiversità e degli ecosistemi. Nella progettazione e nello svolgimento di interventi di Educazione Ambientale è necessario avvalersi di personale di comprovata esperienza e competenza in materie naturalistiche e ambientali, oltre che pedagogiche. Non è pensabile definire Educazione Ambientale, qualsiasi attività che non abbia come scopo prioritario la tutela del territorio e la conservazione della biodiversità e degli ecosistemi. Allo scopo di realizzare quanto sopra e non solo sarebbe finalmente il caso di valorizzare i musei naturalistici. Si auspica pertanto un progetto per l’introduzione di corsi di “Sostenibilità, Biodiversità, Ecosistemi” (SBE) in tutti i percorsi di formazione, dalle scuole materne all’università.

ISTITUTO NAZIONALE PER LA BIODIVERSITÀ E GLI ECOSISTEMI

L’Italia è forse il paese europeo caratterizzato dal più alto numero di specie presenti (Oltre 57.000 specie e in continuo aumento per nuove scoperte); manca però di una istituzione dedicata al censimento ed al monitoraggio della biodiversità, fatto assai grave anche perché nuove specie vengono descritte annualmente, molte delle quali risultano endemiche dell’Italia. Esistono tante istituzioni museali, anche di grandissimo prestigio come i musei di storia naturale di Milano, Genova, Torino, Verona, Venezia, Trento e dell’Università di Firenze, ma ovunque il personale scientifico e curatoriale è sempre più scarso e l’attività di ricerca sempre più difficile e spesso osteggiata.

Per questo vogliamo sottolineare l’importanza della proposta di istituire un Istituto Nazionale per la Biodiversità e gli Ecosistemi – preferibilmente a Roma – che sia dotato di ampi spazi ove conservare le collezioni nazionali della biodiversità e che disponga di personale di specialisti tassonomi in grado di coprire tutti i maggiori taxa. L’Istituto dovrebbe custodire una parte rilevante del materiale tipico di tutte le nuove specie descritte dal territorio Italiano ed eventuale altro materiale raccolto nei vari centri di ricerca sparsi per il paese, e che oggi vengono spesso lasciati deperire per carenza di curatela; inoltre potrebbe custodire i campioni di DNA delle specie italiane, in modo particolare quelle endemiche. Potrebbe, come secondario compito, avere sale aperte al pubblico per costituire un Museo Nazionale della Biodiversità con funzioni ostensive e didattiche.

Napoli, 20 marzo 2021

 

Franco Andreone zoologo

Luciano Bani professore di Zoologia, Università degli studi di Milano Bicocca

Corrado Battisti  naturalista Città Metropolitana di Roma Capitale, Servizio Aree protette – parchi regionali

Ferdinando Boero professore di zoologia, Università di Napoli Federico II

Giuditta Corno  naturalista

Francesco Dessì-Fulgheri  professore di Etologia, Università degli Studi di Firenze

Spartaco Gippoliti IUCN/SSC Primate Specialist Group

Corradino Guacci  presidente della Società Italiana per la storia della fauna “Giuseppe Altobello”

Bruno Massa  zoologo. Già professore di Entomologia generale e applicata all’Università di Palermo

Renato Massa  già professore di Biologia animale all’Università degli studi di Milano

Franco Perco  zoologo. Già direttore del Parco Nazionale dei Monti Sibillini

Emilio Padoa Schioppa  professore di Ecologia, Università degli Studi di Milano Bicocca

Harry Salamon  direttore dell’Oasi di Sant’Alessio, responsabile del progetto “Hummingbirds in our Hands” dell’Universitad Central del Ecuador.

Francesco Savi  docente di Scienze Naturali

Stefano Soavi  docente di Agraria

Franco Zunino co-fondatore dell’Associazione Italiana per la Wilderness

e con l’adesione di Fulco Pratesi

Società italiana per la storia della fauna “Giuseppe Altobello”

 

 Il documento, inviato all’attenzione del ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani, sarà corredato delle adesioni che perverranno al nostro indirizzo mail stofauna@gmail.com nei prossimi giorni e fino a tutto il mese di aprile. Si prega di indicare nome e cognome, professione, recapiti e eventualmente un breve riferimento del proprio collegamento al tema della biodiversità.

Adesioni in progress
I firmatari sono, per la maggior parte, naturalisti che hanno dedicato la vita alla conoscenza della biodiversità e degli ecosistemi

 

AIN  Associazione Italiana Naturalisti
ARDEA APS    Associazione per la Ricerca, la Divulgazione e l’Educazione Ambientale
ASNU APS   Associazione Scienze Naturali Unite – Associazione di giovani naturalisti e biologi
ASOIM ODV   Associazione Studi Ornitologici Italia Meridionale
ASSOCEA MESSINA APS
ASSOCIAZIONE CAPANNELLE ONLUS
ASSOCIAZIONE FONDAZIONE LANARIO
ASSOCIAZIONE “IL RAMARRO”  Caltagirone
ASSOCIAZIONE ITALIANA PER LA WILDERNESS
ASSOCIAZIONE CULTURALE LABORATORIO DELLA BIODIVERSITÀ  Giardino Zoologico di Pistoia
ASSOCIAZIONE RAMARRO SICILIA
C.I.S.O.        Centro Italiano Studi Ornitologici
EKOLOGIA ITALICA APS
GRUPPO NATURALISTICO DELLA MAREMMA LAZIALE
IRSSAT  Istituto di Ricerca, Sviluppo e Sperimentazione sull’Ambiente e il Territorio 
KOMOREBI  Ambiente Nutrizione Benessere
MOSTRA INSECTA  Museo entomologico Vittorio Aliquò – Floresta (ME)
MUSEO CIVICO DI STORIA NATURALE DI COMISO
MUSEO CIVICO DI STORIA NATURALE DI JESOLO
NATURALIA  Ente gestore del Museo di Storia naturale del Salento, Istituto di ricerca del Min. dell’Ambiente
SALVIAMO L’ORSO   Associazione per la conservazione dell’Orso bruno marsicano
S.I.V.A.E.  Società Italiana Veterinaria per Animali Esotici
SOCIETÀ DEI NATURALISTI E MATEMATICI DI MODENA
SOCIETAS HERPETOLOGICA ITALICA
SOCIETÀ ITALIANA PER LA STORIA DELLA FAUNA
SOCIETÀ PIACENTINA DI SCIENZE NATURALI
SOCIETÀ ROMANA DI SCIENZE NATURALI
SOCIETÀ SICILIANA DI SCIENZE NATURALI
Adamo Ivano Naturalista, guida museale
Alicata Antonio Biologo, Dip.to Ambiente – Aree naturali protette Reg. Sicilia Catania
Amato Felice Ambiente e/è Vita Messina
Amman Alessandro Guida ambientale escursionistica
Amori Giovanni Zoologo CNR – IRET (Istituto di Ricerca Ecosistemi Terrestri)
Amoruso Nicolò Zoologo, Università di Torino
Angelici Francesco Maria Zoologo
Appolloni Massimo Curatore presso il Museo Civico di Zoologia di Roma
Avesani Zaborra Cesare Fondatore del Parco Natura Viva di Bussolengo
Azzola Maria
Baldizzone Giorgio Entomologo, responsabile del Centro di Educazione Ambientale e Scuola di Biodiversità WWF “Villa Paolina” di Asti
Balestrieri Rosario Ornitologo, Stazione Zoologica Anton Dohrn
Barbera Antonino Biologo,  rilevatore IWC (International Waterbird Census)
Barbuti Roberto Già direttore del Museo di Storia Naturale dell’Università di Pisa
Basso Roberto Direttore Museo di storia naturale di Jesolo
Bazzini Andrea Agronomo – Referente WWF Città Metropolitana di Torino
Belfiore Arianna Morena Naturalista, dottoressa in Scienze naturali
Bernabò Ilaria Zoologa Università della Calabria
Berti Alessandro Prof. Ass.to di Economia degli Intermediari Finanziari, Univ. di Urbino
Bianco Gerardo Appassionato di ornitologia, flora e fauna dell’Irpinia
Biggi Emanuele Naturalista, Fotografo di conservazione e conduttore televisivo (Geo, Rai 3)
Bogliani Giuseppe Istituto di Geoscienze e Georisorse C.N.R., Presidente del C.I.S.O.
Bordiga Gianluca Amici della Terra Lago D’Idro  Valle Sabbia
Bracchetti Luca Naturalista e docente a contratto di Biostatistica, Università di Camerino
Buldrini Fabrizio Botanico
Buttafuoco Maria Docente di Scienze naturali
Cairo Enrico Appassionato di Ornitologia e collaboratore del Museo di Scienze Naturali di Bergamo
Calvaresi Roberto Docente di Scienze naturali
Campolongo Camillo Ornitologo, presidente WWF Sannio
Cancellieri Francesco Presidente ASSOCEA Messina APS, Componente CNES Comitato per l’Educazione alla Sostenibilità
Canedoli Claudia Phd. Università Milano Bicocca Dip.to Scienze dell’Ambiente e della Terra
Caparelli Viviana Archeologa, docente Storia dell’Arte, curatrice mostre
Capasso Michele Phd DVM Veterinario e consulente di Giardini zoologici
Capasso Silvia Naturalista, zoologa
Carapezza Attilio Presidente della Società Siciliana di Scienze Naturali
Carlini Rossella Biologa, Museo civico di zoologia di Roma
Carpaneto Giuseppe Zoologo, già professore di Biogeografia e Biodiversità animale, Università degli Studi Roma Tre
Carpino Filomena Zoologo
Carraro Luca Segretario AIFAO amatori italiani fagiani e acquatici ornamentali
Casari Cinzia Raffaella Docente Matematica e Fisica, naturalista autodidatta, volontaria LIPU
Castiglia Riccardo Direttore Museo di Anatomia Comparata “Battista Grassi” Dip.to Biologia e Biotecnologie “Charles Darwin”
Castorina Mario Ecologo
Cazzaniga Paolo Dottore in Scienze Ambientali, Waste Management Controller
Cerasa Giuliano Entomologo, tassonomo Palermo
Comelli Angela
Coppola Vincenzo Medico innamorato della Natura
Corvino Claudio Antropologo, docente
Cotti Marco Grafico, editor di libri naturalistici
Crescia Paolo Presidente dell’ass.ne cult.le Gruppo naturalistico della maremma laziale
Crottini Angelica Ricercatore CIBIO/InBio, Centro de Investigação em Biodiversidade e Recursos Genéticos, Universitá di Porto, Portogallo
Cumbo Valentina Biologo della Conservazione
Cusimano Camillo Antonino Dr. Forestale, Stazione ornitologica Aegithalos.
Damiani Leone Docente di Scienze naturali
De Cresi Ugo Fotografo e osservatore naturalista
De Francesco Tommaso Naturalista, guida museale
De Iorio Maria Valeria Rispetto l’ambiente che mi ospita
Del Ministro Maurizio Agronomo
De Rossi Francesca Docente di Scienze naturali
De Vizzi Simone Docente di Filosofia e Scienze Umane
Di Maria Stefano Ingegnere
Di Masso Ettore Biologo
Donati Elisa Biologa, ecologa
Durante Antonio Direttore del Museo di Storia naturale del Salento
Dutka Cecylia
Epiceno Annamaria Museo civico di zoologia di Roma
Esposito Chiara Docente, naturalista
Favaron Patti Matematica
Favelli Marco Zoologo
Ferri Vincenzo Commissione Conservazione Societas Herpetologica Italica
Fiacchini David Biologo, master in “Conservazione della fauna nelle aree protette”, docente di Scienze naturali
Ficetola Francesco Professore di Zoologia, Università degli Studi di Milano
Fraissinet Maurizio Ornitologo, Presidente dell’ASOIM; già presidente del PN del Vesuvio e Vicepresidente di Federparchi
Fraschetti Dario Zoologo, dottore II livello Scienze Naturali
Frau Serena Ecologia e Conservazione della Natura
Gaeti Franco Presidente Associazione Fondazione Lanario
Galasso Paolo Biologo della conservazione, Zoologo ed Ornitologo.
Giardini Luca Zoologo, libero professionista
Giardini Marco Naturalista paleobotanico
Giordano Patrizia Dottore Naturalista, libero professionista
Grano Mauro Erpetologo, Specialista nella Fauna Egea e nelle specie alloctone
Grasso Donato Antonio Professore di Zoologia, Università degli Studi di Parma
Grossi Valter
Ientile Renzo Naturalista, zoologo, direttore RNO Vallone di Piano della Corte Enna
Insacco Gianni Zoologo e paleontologo, direttore scientifico del Museo Civico di Storia Naturale di Comiso
Janavel Robi Naturalista
Laurenti Stefano Ornitologo non professionista
Lauri Nazzarena Docente di Scienze naturali
Lazzeri Lorenzo Dottore in Scienze e Gestione delle Risorse Faunistico-Ambientali
Licata Fulvio Dottorando in Scienze biologiche
Lo Valvo Fabio Agronomo naturalista Museo Regionale di Storia Naturale di Terrasini (PA)
Lo Valvo Mario Zoologo, docente Università di Palermo
Locasciulli Osvaldo Ecologo, già funzionario nel PN Gran Sasso-Laga, responsabile scientifico della Riserva Naturale Regionale “Lago di Penne”
Lucifredi Alfonso Naturalista, giornalista scientifico
Luiselli Luca Ecologo
Marin Orietta Pinuccia Amante della Natura
Marini Giorgio Pianificazione e gestione faunistica e forestale
Mariniello Loredana Biologa, parassitologa, docente di Biochimica Università degli studi Napoli
Marozzi Marina Dottoranda in Biologia molecolare
Marozzi Ugo Medico Azienda Sanitaria Unica Regione Marche
Martinoli Adriano Docente di Zoologia e Conservazione della Fauna, Univ. Insubria
Martusciello Massimo Guida cel Club Alpino Italiano e A.I.G.A.E.
Mastronardi Danila Biologa, ornitologa, docente di scienze
Menconi Alessandra
Meneguz Pier Giuseppe Docente Università degli studi di Torino
Merrina Francesco Milazzo
Meschini Angelo Ornitologo, scrittore
Molinari Giuliana Naturalista
Montanari Federico L. Naturalista
Moretto Enzo Direttore ESAPOLIS Museo vivente del MicroMegaMondo
Mori Emiliano Istituto di ricerca ecosistemi terrestri del C.N.R.
Negri Elio Pensionato
Nobili Fabrizio Guardiaparco Aree protette del Po piemontese
Olga del Madagascar Cantante etno-ambientalista
Orlandini Stefano Presidente Associazione “Salviamo l’Orso”
Palumbo Gianni Ornitologo, naturalista
Panzalis Salvatore Dirigente Aziendale
Papaleo Lorenzo Laureando magistrale in Scienze naturali
Papazzoni Cesare Andrea Presidente Società dei Naturalisti e Matematici di Modena, docente Paleontologia ed Evoluzione dei Vertebrati Università di Modena e Reggio Emilia
Pasqui Emanuela Docente di Scienze naturali
Penello Marco Curatore collezione zoologica Parco Valcorba, coordinatore programma EAZA EEP Urial, EAZA Caprinae TAG
Pepe Alessandra Naturalista
Perego Anna
Pesca Alessia Biologa, docente
Petrozzi Fabio Ecologo
Petruzzi Simona Già docente Educazione ambientale alla LUMSA
Pievani Trapletti Giovanni Ecologo, biologo della Conservazione
Pinato Daniela Medico Veterinario
Pirrera Gianluigi Vice Presidente AIPIN e Consigliere SIEP-Iale
Pizzuti Piccoli Antonio Zoologo, Oasi Palo, docente Scienze naturali
Pontieri Federica Laureanda magistrale in Scienze Naturali
Repetto Gianni Conservatore Sezioni Scienze Naturali Museo Civico di Alba
Rimoldi Barbara
Rizzi Vincenzo Naturalista Centro studi Naturalistici onlus  Foggia
Roncarolo Fabrizio Farmacista
Rossetti Lella Informazione, formazione ed educ.ne ambientale, Parco Oglio Sud
Rossi Giuseppe Già presidente Parco nazionale Gran Sasso M.L. e Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise
Rossi Lorenzo Museo dell’Ecologia di Cesena
Russo Giusiana Naturalista, ed esperta di divulgazione scientifica ed educazione ambientale
Russo Valerio Giovanni Zoologo
Sabatini Mariella Docente di Scienze naturali
Sabella Giorgio Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali, sezione di Biologia Animale, Università di Catania
Sala Luigi Dipartimento Scienze della Vita – Università di Modena e Reggio Emilia
Salvatori Aldo Giorgio Presidente AIW Associazione Italiana Wilderness
Sandri Tommaso Biologo della Conservazione, membro fondatore di A.R.C.A.
Santolini Riccardo Professore di Ecologia, Università di Urbino
Sanzò Angelo Geologo, vicepresidente S.I.G.E.A. Società Italiana Geologia Ambientale
Sappa Elvezia Claudia Docente di Scienze
Sassoe’ Pognetto Marco Dipartimento di Neuroscienze Università degli studi di Torino
Sebastiani Silvia Docente di Scienze naturali
Sindaco Roberto Zoologo, Torino
Siracusa Agatino Maurizio Biologo
Spagnesi Mario Zoologo, già direttore generale INFS ora ISPRA
Spilinga Cristiano
Naturalista, zoologo, Studio Naturalistico Hyla
Surdo Salvatore Tecnico naturalista, Università degli Studi di Palermo
Tosatti Giovanni Direttore responsabile della rivista scientifica “Atti della Società dei Naturalisti e Matematici di Modena”, già docente di Geologia Applicata e Geologia Ambientale a UNIMORE
Tranchida Flaminia Biologa, docente
Vaglio Stefano Reader in Animal Behaviour (Professore Associato di Etologia) – University of Wolverhampton, UK
Vannini Andrea Biologo ambientale
Vanzi Roberto Sindaco di Mottalciata
Verde Luigia Laureanda alla magistrale Biology and Ecology of the marine environment and sustainable use of marine resources
Violani Giovanni Carlo Zoologo già docente di Museologia naturalistica, Storia della Biologia, Storia delle Scienze Naturali, presso l’Università degli Studi di Pavia.
Vitale Davide Specializzato in gestione e conservazione del territorio, guida escursionista WWF
Zaccardi Laura
Zambotti Liliana Giurista, già C.N.R.
Zapparoli Marzio Zoologo, docente Università della Tuscia
Zinno Francesco Veterinario di animali da zoo e selvatici
Zorzi Marcello Scienze e tecnologie per l’ambiente, master gestione e conservazione fauna

 

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